Il biscione

2nd prize

2nd prize

La soluzione del problema progettuale qui proposta fa riferimento a quel cambio di paradigma che pone al centro lo spazio non-costruito della città, prima che quello costruito. Ciò ha comportato un’attenzione particolare verso gli spazi aperti, sia in fase di lettura del contesto urbano, sia nell’elaborazione del progetto.

Operativamente, grazie a una prima analisi a larga scala, si sono identificati i due grandi vuoti di questa parte di città: il parco Pertini e il parco delle Nazioni. I due parchi sono circondati da tessuto residenziale e alcune attrezzature pubbliche, che con loro vivono in simbiosi: quattro scuole, una chiesa e un supermercato. Sono luoghi caratterizzati, di incontro tra l’urbano e la natura. Nei parchi è presente una rete di mobilità lenta, collegata alla scala urbana in modo intermittente.

Allo stesso modo è seguita l’analisi alla scala di quartiere. I lotti che compongono il complesso sono caratterizzati da un ampio «intorno esterno estremamente povero dal punto di vista spaziale e relazionale»: grandi superfici cementate (le aree ai piedi del Biscione, piazzale Francia), alcune alberature per decoro urbano e aiuole verdi di risulta.

Alla bassa qualità dello spazio, nelle sue varie declinazioni, concorrono dinamiche di degrado generalizzato. Queste si sono aggravate nel corso degli anni e hanno marcato ulteriormente l’esclusione del quartiere, in particolare dell’edificio «Il biscione», dalla città (condizione acuita dall’aumento di popolazione residente con forte disagio socio-economico, come riportato anche nel Documento Preliminare alla Progettazione).

Per questi fattori, l’area oggetto di studio può essere definita luogo di margine, pur non trovandosi geograficamente ai limiti dell’urbanizzato. Riconoscere questa caratteristica aiuta a determinare il tipo di intervento necessario: per la rigenerazione di un «quartiere in crisi» – strategia di «riequilibrio territoriale» propria dell’idea di «città giusta» – che presenta evidenti problemi di disconnessione rispetto l’urbano e di scomposizione dello spazio, si procede seguendo una metodologia precisa.

Il progetto inizia con la proposta di un nuovo schema di struttura dedotto dal ruolo urbano dell’area. Infatti, in termini di efficienza a lungo termine, l’obiettivo è di agire in modo strutturale per permettere una rigenerazione efficace, solida e costante nel tempo. Così facendo, si evita l’elaborazione di un intervento che sia solo di facciata e decoro.

L’area, grazie alla conformazione del lotto e la presenza di due linee ciclabili interrotte, in prossimità delle estremità, si predispone ad essere l’anello mancante di un sistema più ampio. I parchi infatti, se riconnessi, possono diventare una grande infrastruttura ambientale e sociale continua: la nuova spina dorsale di questa parte di città. Si propone così una struttura capace di risolvere sia la disconnessione rispetto il contingente, connettendo non solo alla scala del quartiere ma anche a livello urbano, sia la scomposizione del lotto, grazie a un’identità chiara da perseguire: il parco lineare.

Sulla Torre A si prevede un intervento di efficientamento energetico. Lo stato di fatto del materiale presenta fenomeni di degrado diffuso: tramite rimozione, applicazione di uno strato di isolamento termico di 10 cm e riverniciatura superficiale si migliorano le prestazioni energetiche dell’edificio, il comfort ambientale interno e la qualità estetica dell’edificio. Coerentemente al budget di progetto, per il basamento si prevede una riverniciatura esterna delle superfici, coordinata ai disegni geometrici del piano pubblico, in modo da caratterizzare l’edificio.

Per quanto riguarda la manutenibilità dell’immobile e dell’area pertinenziale si favoriscono politiche di collaborazione e co-produzione per avere una gestione condivisa. Innanzitutto, per quanto riguarda i residenti del Biscione si propone una formazione alla manutenzione responsabile degli alloggi e degli spazi collettivi sulla piastra. Per quanto riguarda il progetto del contesto, si pianifica di coinvolgere gli abitanti del quartiere per una gestione condivisa degli spazi: sempre grazie momenti di formazione collettiva, si cerca di concretizzare l’idea di «parco bene comune».

22.16
Redevelopment of the Biscione building complex
Two-stage open competition

Location: via Cattani, Carpi (Modena), Italy
Year: 2022
Site area: 20,880 m²
Construction cost: 995,800 €
Status: 2nd prize, unbuilt

Client: ACER Modena, Comune di Carpi
Design, visualisation: Valerio Poltrini, Renato Righi, Samuele Silvestri
Cost analysis: Valerio Poltrini, Renato Righi, Yana Santimone
Text: Samuele Silvestri

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