Scuola Fallmerayer
Il progetto per l’ampliamento della scuola Fallmerayer ci pone davanti a due questioni: quella formale del rapporto con la preesistenza d’autore e quella statica della costruzione in sopraelevazione.
Questi temi apparentemente distanti sono in realtà strettamente correlati e crediamo non sia possibile affrontarli separatamente: anzi è proprio la loro interferenza a suggerirci risposte non scontate.
Il bando richiede che la serra venga rimossa (per l’uso sporadico e per l’inefficienza energetica) e che siano create sei aule didattiche all’interno del sedime esistente, realizzando una nuova struttura leggera. Dall’obbligo di demolizione della serra e da un principio di economia, deriva la scelta di collocare l’ampliamento sulla terrazza del primo piano, dato che sarebbe in ogni caso stata necessaria un’operazione di riscrittura del prospetto est.
Pianta del piano terra (stato comparativo)
Al piano terra, il setto in calcestruzzo a destra dell’ingresso viene prolungato simmetricamente a quello di sinistra, rinforzando la struttura che reggerà la sopraelevazione. La trasparenza è preservata da un’apertura circolare e si coglie l’occasione per sostituire la rampa con una soluzione più integrata.
Sugli unici punti disponibili del primo impalcato, ovvero in corrispondenza dei due pilastri e dei due setti dell’atrio, sono installati sei grandi puntoni. La loro inclinazione minimizza la luce del solaio di copertura con un numero limitato di appoggi e, al contempo, controventa il piano più debole. In questo caso non si è cercato un dialogo diretto con Othmar Barth (nonostante abbia usato elementi simili nella scuola femminile a Perara) bensì la conservazione della memoria della veranda e l’instaurazione di un rapporto con le falde della scuola antistante.
Othmar Barth, Cappella del seminario femminile, Perara, Bressanone, 1971, foto Leonhard Angerer
L’utilizzo dell’acciaio ci offre la possibilità di proseguire il lavoro di Barth senza imitarlo, come invece accade negli ampliamenti di Heinrich Lusser. Dove Barth esplora le qualità del calcestruzzo sovrapponendo setti monolitici, i nuovi spazi sono trasparenti e flessibili proprio in virtù degli elementi verticali discreti. Ricalcando l’inevitabile griglia quadrata, l’impostazione di matrice strutturalista è accolta nel progetto, ma le scelte tettoniche e materiche dichiarano una rispettosa distanza dall’esistente. Il nuovo innesto si presenta quindi come eccezione, giustificata anche dalla posizione occupata, che Barth immaginava come copertura praticabile, con gradonate e vegetazione, non certo come volume pieno.
Pianta del primo piano (stato comparativo)
Al primo piano sono ricavate le prime tre aule, di cui una nell’ex aula di disegno, a cui viene fornito un ingresso diretto dalla circolazione principale attraverso un ampio disimpegno quadrato. Questo spazio, oltre a fungere da deposito grazie a un armadio e da luogo per lo studio individuale, consente l’accesso al terrazzo pubblico. Attraverso partizioni scorrevoli le aule possono essere unite tra loro in caso di eventi.
Al secondo piano sono realizzate le rimanenti tre aule interamente ex novo, dotate di un balcone a uso esclusivo, collegato anche alla galleria dell’aula di disegno. A ridosso della parete del vano tecnico, che si è lasciato completamente inalterato, sono ipotizzati dei servizi igienici aggiuntivi, la cui realizzazione è facoltativa e attuabile successivamente. Le aule affacciano – e sono apribili – su un grande spazio per attività collettive, che le distribuisce. È dotato di una tribuna sul lato maggiore e di una tenda per separarlo dal resto del piano, rendendolo all’occorrenza anche uno spazio teatrale.
Pianta del secondo piano (stato comparativo)
In un’ottica di sostenibilità economica e ambientale, il progetto si limita volutamente al minimo intervento necessario per rispondere alle esigenze del bando.
Le uniche demolizioni previste riguardano la serra e le sue pertinenze. Anche il nuovo volume è ridotto all’indispensabile e, per la maggior parte, coincide con quello preesistente. Non sono inclusi interventi su altre parti del fabbricato, rinviabili a un secondo momento. Le destinazioni d’uso richieste dal bando sono soddisfatte senza sovradimensionamenti, mentre le funzioni aggiuntive che proponiamo – come il terrazzo al primo piano e lo spazio per attività collettive al secondo – corrispondono a superfici già destinate alla distribuzione o risultanti dalla demolizione.
Sezione trasversale della struttura (stato comparativo)
La struttura portante, i solai e i tamponamenti sono progettati con assemblaggio interamente a secco, assicurando un consistente risparmio economico e di tempo nella realizzazione, e facilitando eventuali future demolizioni, riciclo o smaltimento. Anche durante il ciclo di vita questi accorgimenti agevolano le inevitabili trasformazioni legate a cambiamenti d’uso, quali accorpamenti o frazionamenti degli spazi didattici, nonché aggiornamenti delle dotazioni tecnologiche.
Progetto originale di Othmar Barth, 1969–1972
Dal punto di vista energetico, la nuova costruzione è dipendente dal resto della scuola, alla quale saranno collegati tutti gli impianti elettrici e meccanici. Sono comunque previsti accorgimenti per favorire il raffrescamento passivo e, più in generale, l’efficienza energetica. L’involucro è definito da una geometria estremamente semplice (entrambi i piani sono rettangolari) per limitare la superficie disperdente. Il movimento del prospetto originale di Barth è invece continuato dagli aggetti, che proteggono le aule – già arretrate rispetto al resto del prospetto – dal sole alto della stagione estiva e delle ore centrali, senza comprometterne la vista privilegiata sul cortile. La copertura, rivestita con guaina ad alta riflettanza, sarà sfruttata da un impianto fotovoltaico.
La corretta allocazione delle risorse economiche, concentrate in un intervento relativamente semplice e di scala ridotta, si traduce in una maggiore qualità degli spazi, e conseguentemente, dell’esperienza dei loro abitanti.
25.06
Expansion of the Jakob Philipp Fallmerayer high school
Two-phase open competition
Location: via Dante 39E, Bressanone (Bolzano), Italy
Year: 2025
Site area: approx. 12,000 m²
Floor area: 380 m² (expansion)
Construction cost: 2,655,000 €
Status: unbuilt
Client: Provincia autonoma di Bolzano
Design: Valerio Poltrini, Sofia Vlachaki Karagiannopoulou
Visualisation, text: Valerio Poltrini